domenica 12 ottobre 2014

Autointervista sul PD (chi fosse intereessato...)

D. Mettiamo in chiaro le cose da subito: lei è ancora iscritto al PD?

 

R. Sì, mi sono iscritto pensando che più voci dentro il PD avrebbero potuto mitigare il pensiero unico dominante. E che a livello locale ci fosse più dialettica interna, più spazi, più aria fresca che non a livello nazionale.

 

D. E invece?

 

R. Invece mi pare che il pensiero unico si sia impossessato anche del Partito nei territori. Ma qui ho già usato un termine improprio. La verità è che il Partito come eravamo abituati ad avere noi in Emilia e a Ferrara non c’è più. E i dirigenti non sembrano sentirne la mancanza. Addiritturateorizzano che i voti valgono più degli iscritti… Se limmagina se uno avesse detto una sciocchezza del genere 10 anni fa? Anche la Rai distingue tra gli spettatori e quelli che pagano il canone; anche le Coop tra clienti e soci. Noi no: Twitter al posto del coinvolgimento degli iscritti

 

D. Lei propone di tornare al Pci o ai Ds?

 

R. certo che no! Ho creduto alla nascita del PD, come tanti, immaginando la sintesi positiva di due culture sociali fino ad allora antagoniste. Mai avrei immaginato che sarebbero sparite entrambe. E poi non propongo niente a nessuno: ho sempre il dubbio di essere io a non capire linnovazioneimposta dal nuovo gruppo dirigente renziano. Di essere io troppo allantica: legato all'idea che la politica si debba incontrare tutti i giorni con la società e non una volta ogni 5 anniMa confesso:non ho più l'età per Carosello... A me piace giudicare il prodotto, non mi interessa lo spot pubblicitario e questo gruppo dirigente di pubblicitari mi suscita diffidenza, persino quando appaiono in Tv.

 

D. Anche lei usa molto Twitter però. E spesso punzecchia il Governo.

 

R. E’ vero: la mattina ascolto la rassegna stampa e, quando la distanza tra le dichiarazioni del Governo e la realtà di tutti i giorni mi sembra insopportabile, mi sfogo con qualche tweet. Una volta Renzi mi ha anche risposto…  

 

D. In che senso?

 

R. Aveva detto una cosa vera (non capita tutti i giorni)Lemergenza è lavoro e crescita, crescita e lavoro” e io ho ironizzato: “Giusto! si sarà mica iscritto alla Cgil?” Lui mi ha risposto dopo 5 minuti Tranquillo: è un rischio che non corriamo né io né la Cgil. Come se il sindacato fosse unambiente insano da cui è bene guardarsi Anche questo la dice lunga.

 

D. Mi pare che non abbia molta simpatia per il Presidente del Consiglio

 

R. Io ho un vecchio pregiudizio su Renzi e ne sono consapevole: sono convinto da sempre che siapiù bravo come comunicatore che come statista. Fin da quando l'ho incrociato che era Presidente della Provincia di Firenze e già le sparava grosse... Il problema è che il pregiudizio si sta rafforzando in me invece che il contrario, come in fondo speravo. E questo mi dispiace. Ora anche giornali scrivono che si tratta di un Governo extraparlamentare, che la distanza tra gli annunci e i fatti è in crescita  e che la velocità da sola non basta senza una direzione... (per riferirsi solo al Corriere della Sera) e che l'art 18 è uno specchio per allodole (Scalfari). Ma quanto ci hanno messo a capirlo... Il fatto che Renzi riesca a vendere prodotti che non esistono anche allEstero èunaggravante che si ritorcerà contro di noi, non unattenuante.

 

D. Senta, ma se questo è il suo giudizio perché resta ancora nel PD?

 

R. La domanda è legittima. La risposta è semplice: per affezione, per rispetto verso quelli che ci credono e che ci hanno creduto; per pigrizia, se vuole. Per la paura atavica di fare il "cane sciolto"(come si diceva una volta). Non certo per convinzione o perché speri in un rinsavimento a breve del suo gruppo dirigente. Nazionale o locale che sia. Però credo che l'adesione per senso di appartenenza non abbia più molto valore: tanto più ora che gli iscritti sono considerati non necessari. Se fossi più presente a Ferrara proporrei un'autosospensione da parte degli iscritti insoddisfatti, per vedere se qualcuno viene a chiedercene conto...

 

D. Anche lei pensa che stia nascendo una nuova casta politica autoreferenziale, seppure più giovane della precedente?

 

R. No, io penso che ai vertici del Pd si sia insediato un ceto di professionisti della politica di partito:giovani e meno giovani. Anche bravi ragazzi che lavorano con passione ma che sono abituati ad anteporre il loro successo e la loro sopravvivenza al bene comune; le loro ambizioni personali alle visioni, i loro calcoli ai programmi di governo, la fedeltà al leader alle loro convinzioni, se mi passa la retorica gente che non conosce da vicino la società che dovrebbe rappresentare.

 

D. Mi scusi ma mi sembra che le sue critiche siano soprattutto formali: obiezioni allo stile, ai modidi essere, alle tecniche di comunicazione, alla velocità, all'innovazione, forse al fatto che sono giovani

 

R. Né formali né anagrafici! Allincontro con i sindacati Renzi ha proposto di parlare di secondo livello di contrattazione, ma dalle poche parole dette sospetto, senza tema di essere smentito, che non sappiaassolutamente di cosa si tratta. Il Ministro Poletti dice che il Jobs Act estende le tutele ai giovani, ma "c’è o ce fa?" Oggi persino il Fondo Monetario Internazionale dice che lEuropa deve investire sulla domanda interna e Renzi propone di defiscalizzare le assunzioni. Ma crede che in edilizia, senon c’è domanda di case, le imprese assumeranno nuovi muratori perché costano meno? Fra un mese si Vota in Emilia Romagna, il candidato del PD dovrebbe dire cosa intende fare della nostra Regione o è un problema di forma? Abbiamo già i candidati locali ma non gli ho sentito spiegareche ruolo vorrebbero dare a Ferrara nella Regione, e cosa ci vogliono andare a fare, o mi sono distratto Posso essere più drastico?

 

D. Mi dica...

 

R. Io penso, che stia succedendo un fatto straordinario in Italia. Al di là della forma e dell'etàanagrafica, per la prima volta da oltre un secolo (a parte il ventennio fascista) non c'è più un partito di massa di ispirazione non dico socialista ma nemmeno laburista. Questa cosa mi preoccupa molto perché non so che effetti possa produrre nella società e nella politica italiane... Mi pare che nessuno ci pensi o ci rifletta, ma è così. Non lo dico in difesa della Cgil... Magari fossimo in presenza di un leader laburista che chiama i sindacati, ci litiga e dice: "per rappresentare il lavoro piùefficacemente dovete rinnovarvi!" Al contrario, assistiamo al dileggio e alle dichiarazioni di ostentata estraneità: un'estraneità persino culturale... Nemmeno la destra aveva un atteggiamento così sprezzante. Che effetti avrà sostituire il laburismo col populismo? Cosa ne pensano i renziani emiliani che stavano nel PD di Errani e Bersani a firmare i patti territoriali con le forze sociali? Fingono che il problema non sia loro?

 

D Posso chiederle per chi ha votato alle primarie PD In Emilia?

 

R. Non ho votato. Non avevo nessun serio motivo per scegliere uno o laltro dei candidati del mio partito.  E poi queste primarie che, partecipate da pochi, danno a chi vince un potere assoluto su partito e governo non mi piacciono per niente. Non intendo stare a un gioco che sembra democratico ma in realtà produce un asservimento degli organi dirigenti del PD e persino del Parlamento al "giovane leader". Tra partecipazione e autoreferenzialità in nome del popolo c'è una bella differenza.

 

D. E alle prossime elezioni regionali?

 

R. Aspetto di capire se ci saranno dei programmi o almeno qualche idea di cosa si vuol fare per rilanciare la diversità positiva della nostra Regione. Altrimenti non andrò a votare. Per fortuna il mio rapporto di lavoro e il mio futuro non dipendono da chi voto o da come mi schiero nel PD.Sono libero di fare solo le cose di cui sono convinto.

 

D. Lei è venuto a presentare a nome della Cgil alla Festa di Internazionale il Piano del Lavoro: agenda giovani.  Ci può dire di che si tratta?

 

R. Si tratta del fatto che bisogna rimboccarsi le maniche nei territori per creare posti di lavoro innovativi per e con i giovani: non bastano i decreti! Tantomeno le deleghe vuote... Partire dai bisogni del territorio e indicare soluzioni  da attuare qui e ora utilizzando le intelligenze giovanili, le Università, le imprese che ci stanno. Della necessità di finalizzare meglio la spesa che c'èDel PD non c'era nessuno. Ma il sindaco ha detto che Ferrara vuol far parte delle prime città che ci provano davvero e anche la regione Emilia Romagna sembra interessata. Ne sono felice. Bisognerà avvertire di questo i nostri candidati, che non vengano a proporci un Jobs Local Act...

 

D. Non riconosce proprio nessun merito a Renzi e alla sua squadra?

 

R. Uno solo: di aver mandato a casa un gruppo dirigente consumato: non dall'età ma dalla cooptazione e dalla rendita di posizione. Ma da qui a dire che sono preparati e all'altezza di portare il Paese fuori dalla più grave crisi dal dopoguerra ce ne passa parecchio.