mercoledì 27 agosto 2014

Ora sappiamo anche di cosa parla...


In libreria il 3 settembre per Bompiani
Tutti i colori dello zucchero
di Gaetano Sateriale



Ferrara, metà degli anni ’70, l’autunno caldo è ormai finito. Enrico è uno studente della sinistra extraparlamentare che vive con Donata. Cerca un impiego estivo per mantenersi agli studi, ma lavoro e affetti hanno tempi diversi. Viene assunto in un grande zuccherificio proprio quando Donata chiude la loro storia e va ad abitare con altre femministe. Tra nostalgia delle lotte e rifiuto dell’estremismo, Enrico scopre gli operai in carne e ossa e le tante facce del lavoro: le competenze, la fatica, i pericoli.  L’anno prima in quella fabbrica è morto uno di loro, dilaniato dagli ingranaggi di una grande pompa.  Enrico vuole capirne di più e inizia una difficile battaglia alla ricerca della verità contro le resistenze dei dirigenti, il silenzio dei sindacati e il fatalismo degli altri operai. Un romanzo di formazione alla vigilia del terrorismo.
Bompiani - Pagine 320 - Prezzo 15,00 euro

GAETANO SATERIALE è nato a Ferrara nel 1951. Politico, sindacalista e saggista italiano, sindaco di Ferrara dal 1999 al 2009.
Nel 2011 ha pubblicato per Bompiani Mente locale. La battaglia di un sindaco per i suoi cittadini contro lobby e partiti.

venerdì 15 agosto 2014

Ultimo giorno

Giovedì 14 agosto

Ultimo giorno in baia, ultimo giorno in Grecia.
All'inizio con calma, un bagno, una colazione al bar, poi anche un pranzo, con la scusa che la sera non avremmo mangiato.
Un bagno e poi il trasferimento a Poros da Vikos.
A bordo i soliti 39 gradi.
Ormeggio in banchina con corpo morto, mentre si alza un vento sostenuto da sud.
Passiamo un'ora al Caffé Fresco in attesa che passi la calura.
Alle 15.30 andiamo a pulire e sistemare la barca.
Mettiamo il copriranda, chiudiamo le prese a mare, chiudiamo il gas, mettiamo l'ancora nel gavone.
Diamo una pulita al bagno, alla cucina, al frigo.
Prepariamo due borse di panni da lavare.
Penso sia meglio vuotare la sentina con la pompa.
Poi chiudo l'interruttore generale della corrente.
Preparate le valige alle 17.30 lasciamo Donna Rosa (e il suo tender) ben ormeggiati.
Arrivederci a settembre.


Sono state vacanze pigre ma piacevoli.
Non gli spostamenti quotidiani, non le scoperte di luoghi nuovi, non nuove rotte.
Abbiamo vissuto fino in fondo lo stretto di Poros, il Paradiso, come dice Mr Vikos.
E ci siamo affezionati.
Ci sposteremo l'anno prossimo.
Verso Nord.
Un ringraziamento anche ai vecchi armatori.



Il catamarano veloce parte alle 18.50 per il Pireo.
Fografiamo da bordo un'ultima volta la "nostra" baia.


L'aereo di Easyjet arriva ad Atene in ritardo e ne accumula altro. 
Ne approfitto per finire il nuovo De Giovanni "Le regole del coccodrillo" con il commissario  Giuseppe Lojacono (più verace di Ricciardi, meno neogotico).
Arriviamo a Fiumicino alle 2 di notte e a casa a Roma alle 3.
Domani andiamo a Siena a riposare qualche giorno.
Le vacanze in barca sono sempre faticose, anche quando sono pigre.

mercoledì 13 agosto 2014

Randa e fiocco

Mercoledì 13 agosto.
Finalmente si veleggia!
Anche se la brezza non supera i 10 nodi, passiamo alcune bellissime ore a veleggiare tra Poros e il Peloponneso, cercando di andare a trovare le raffiche vicino ai colli più bassi e al canale di ingresso.

Cerco di curare la messa a segno delle vele nuove: nuove perché fatte l'anno scorso a Forlì e aggiustate da un velaio di Atene.


Questo è il fiocco di bolina larga.
Non il genoa che non ho montato.


E questa è la randa vista da sotto coperta.
Mi pare funzionino bene.
Con 6 nodi di vento al traverso riusciamo a fare 4 nodi.
Con 10 nodi di vento raggiungiamo i 6: niente male!
Non riesco a stringere molto di bolina.
Donna Rosa ha i fianchi troppo larghi per essere una barca boliniera.
Ma a me piace così.
E poi, in Grecia d'estate, col meltemi che tira e il mare formato c'è poco da bolinare...
Meglio andare con andature portanti.
20 anni fa ho sceso la costa turca col meltemi dietro.
In quel caso due raccomandazioni: non usare il pilota automatico perché c'è pericolo di straorzare mentre si scende dall'onda (meglio il pilota umano anche se dopo un po' a forza di correggere fa male il braccio) e non guardare main dietro mentre si sta al timone, vedere onde che si avvicinano più alte della barca non è piacevole...

Oggi niente di tutto questo: brezza senza mare.
Unico pericolo in navigazione uno skipper greco che, procedendo a motore, non ci ha voluto dare la precedenza e ci ha attraversato la rotta due metri davanti alla prua.
Eileen gli ha battuto le mani e lui ci ha elegantemente mostrato il dito medio.
Il suo equipaggio (i suoi ospiti) hanno guardato la scena esterrefatti.

Un aliscafo invece ci è passato vicino ma di poppa.
Il golfo di Poros è molto trafficato.


Per il resto tutto bene.
Ho provato a virare e strambare da solo con l'aiuto del pilota automatico.
Tecnica da perfezionare...
Ma mi sono divertito e il resto dell'equipaggio era piuttosto rilassato...

Oggi è l'ultimo giorno pieno di mare.
Domani dientriamo da Vikos e alle 18 prendiamo l'aliscafo.
Donna Rosa si merita un'ultima foto in baia alla luce del sole che cala.


martedì 12 agosto 2014

Marinai da carta stampata

Eccoci di nuovo a fare la prima colazione al bar sulla baia.
Dove la facciamo tutte le mattine, dove pranziamo quasi tutti i giorni e ceniamo quasi tutte le sere.
Ormai non dobbiamo nemmeno dire cosa vogliamo...
Ieri sera al momento di pagare la cena ci siamo accorti di avere solo 10 euro (che figura...)
Ma ci hanno lasciato andare in barca tranquilli che saremmo ritornati questa mattina puntuali (e coi soldi). Anzi, ci hanno persino offerto due tzipuro con ghiaccio...

Ora siamo qui sul balcone di legno sul mare.
A guardare Donna Rosa che dondola placidamente.


Certo che in queste vacanze 2014, come marinai abbiamo lasciato molto a desiderare...
Oggi però mi sono ripromesso di veleggiare a lungo, qualsiasi vento ci sia...
Vedremo.
Del resto, è il nostro ultimo giorno...

Invece, abbiamo fatto un piccolo concorso di lettura con Eileen.
Ha vinto lei, ovviamente.
Io, dal 28 luglio ho letto 5 gialli di De Giovanni, uno di Markaris e Le Rane di Aristofane.
Lei ha letto: Magellano di Zweig, 2 gialli di De Giovanni, due libri di Chiara Gamberale, Colpa delle stelle di Green, un libro su Saint Exupéry, Rosso come una sposa della Ibrahimi e An train of powder della West... E pure il fumetto Zero Calcare la Profezia dell'armadillo.

Già che siamo in tema, mi permetto (da lettore) di dire che non va bene che il commissario Ricciardi, alla fine, vada a fare il guardone a Ischia senza avere il coraggio di parlare con Enrica. La sua tata sta morendo e lui non va all'ospedale, la sua amica cantante sta dando una festa per lui dove canterà (per la prima volta nella storia) "Passione" e lui non ci va. Decide di andare a Ischia (e questo va bene) e poi assiste passivamente al bacio tra Enrica e l'ufficiale tedesco? questo non va bene...

Tornando alla barca. Per prepararmi, mi ero scaricato su kindle anche "la Crociera a vela"... e non ne ho letta neppure una riga.
Però ho guidato e fatto lavoretti a bordo e fatto funzionare le pompe e spostato le ancore e il resto...

Oggi mi vendicherò urlando :"pronti a virare? Si vira!" Ma so che sono ordini che darò a me stesso.
Marinai da carta stampata!

Serata tranquilla

 Martedi 12 agosto

Oggi niente da segnalare.

Mattinata pigra tra bar e bagni in baia.
Ormeggio a Poros da Mr Vikos (in greco si scrive Bikos) per fare acqua e caricare un po' le batterie.
A bordo abbiamo una perdita dai serbatoi di acqua dolce che ci riempie la sentina (e ci fa consumare più acqua). Non è un problema grave ma va risolto
Ormai Vikos non ci aspetta nemmeno: ci dice che c'è un posto e noi ormeggiamo da soli.
Prendiamo il corpo morto che pende dalla murata di una barca di fianco e poi a poppa scendiamo (scendo) a prendere le cime d'ormeggio che sono sul molo.
Non ho capito se è perché si fida o perché non dà importanza alla cosa.

Andiamo in paese a comprare un vestito leggero per Eileen (il quarto...) mentre il caldo aumenta e ci rifugiamo al Caffé Fresco a mangiare un'insalata greca. 
Quando il caldo diventa insopportabile malgrado i ventilatori, salpiamo e torniamo nella baia a cercare (inutimente) di dormire.

Leggiamo a lungo grazie a una piccola brezza.
Io sto leggendo "Ultime della notte. La prima indagine del commissario Charitos" di Markaris.
Mi piace, anche perché il commissario è un po' più rozzo del solito.

Finalmente arriva la sera: tramonta il sole cala la temperatura, cessa il vento.
Scendiamo alla taverna Mourzoukos a remi.

È una serata bellissima, come molte ne abbiamo viste dalla terrazza del ristorante.







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lunedì 11 agosto 2014

Giochi d'acqua

Lunedì 11 agosto

I ragazzi sono arrivati alle 8.20 sul moletto.
L'aliscafo da Spetzes e il taxista Tassos sono stati puntuali.
Siamo scesi in gommone e abbiamo fatto una prima colazione al bar.
Poi una piccola spesa e siamo partiti.
La mia idea era di fare una veleggiata con la brezza del mattino ma brezza non ce n'era in baia.
Siamo usciti da Poros verso Metana ma non c'era vento sul mare, malgrado le pale eoliche continuassero a girare (venti scensionali dovuti all'ecursione termica, mi hanno spiegato.


Siamo rientrati alla ricerca di una baia dove gettare l'ancora. 
Abbiamo trovato una insenatura piacevole vicino a un'isoletta con una sola casa sopra e abbiamo fatto lunghi bagni rinfrescanti.


Alle 13.30, con Beda al timone ci siamo ancorati nella nostra baia e siamo andati al nostro ristorante sul mare "Taverna Mourtzoukos" a mangiare qualche insalata.
Poi è cominciato un pomeriggio molto impegnativo.
I ragazzi sono rimasti in spiaggia, io sono tornato in barca ma non ho potuto dormire per il caldo.
Poi li sono andato a prendere perché avevano appuntamento con l'istruttore di sci d'acqua. Un signore inglese che tutti i giorni sul suo motoscafo insegna sci d'acqua e (ancor meglio) trascina i ragazzi su grandi ruote galleggianti a forte velocità. Non costa poco ma si può fare.




Mi sono fatto un bagno pure io perché non ne potevo più dal caldo.
Alle 18.40 il termometro di bordo segnava 36.5, ma era salito fino a 39.


Alle 19.30 tutti a terra per una cena in fretta prima del taxi e dell'aliscafo.
I ragazzi tornano a Spetzes, ci rivedremo a Siena dopo ferragosto.
Ci salutiamo in una serata splendida (come sempre)



domenica 10 agosto 2014

Rientro in paradiso

Domenica 10 agosto

Dormito pochissimo.
La sveglia suona alle 6.30.
Colazione, sistemazione a bordo e si salpa mentre Eileen cerca di recuparare il sonno perduto.
Alle 7 lasciamo Spetzes.
C'è un po di vento e di mare che vengono dal golfo di Argo ma presto finiscono.


Secco di vele e pilota automatico.
Facciamo anche 6,2 nodi.


Il viaggio è tranquillo fino a Ydra.
Soffia un po' di vento da Nord, ma niente di che.
In 4 ore arriviamo alle isole che aprono la baia di Poros.
Incrociamo molte barche a vela in direzione opposta.
Oggi è domenica.
Ci si saluta tra barche a vela.
È piacevole, anche se non ci si incontrerà più.
Non è solo un saluto, è   Un segno di attenzione e di appartenenza.
È come se ci si dicesse: ti avevo visto da tempo, se c'erano problemi sarei intervenuto. Perché sono un velista anche io.
Non ci si saluta tra barche a vela e barche a motore.


In mare, comunque, per lunghi tratti non c'è nessuno.

Verso le 11 viriamo verso nord ovest ed entriamo nella baiadi Poros.
Ci fermiamo all'ancora alla baia delle anatre, dove sverna Donna Rosa.
Dormiamo un paio d'ore: fa veramente caldo.


A sinistra i gradi a bordo, a destra l'umidità.

Alle 13 scendiamo a mangiare nella solita taverna sulla spiaggia.
Melanzane al forno ripiene di cipolla, formaggio e pomodoro.
"Le ha appena cucinate mia madre" ci dice il proprietario.


Vado a far visita al luogo dove sverna Donna Rosa.
Ci sono altre barche.


Questa l'insegna di Mr Vikos (o Bikos).


Dopo pranzo partiamo per tornare nella nostra baia dove domani arriveranno cognati e nipoti.


Ci riposiamo fino al rramonto e al sorgere di un luna gigantesca dietro la collina che sembra un faro.
Non si vedranno tante stelle cadenti questa notte: troppa luce.




Sabato balneare

Sabato 9 agosto

Siamo partiti da Porto Cheli alle 9 diretti a Spetzes per prendere a bordo i ragazzi e andare in qualche baia a fare il bagno.

Vento dal golfo di Argo (non il cane, non la nave degli argonauti, la città micenea). Abbiamo costeggiato l'isola di Spetzes che èmolto più costruita delle altre.



Arriviamo davanti all'albergo dove c'è il porto nuovo alle 10.
I ragazzi non ci sono.
È un porto esposto al vento per navi grandi dove non è piacevole ormeggiare. 
Stanno arrivando...
Decidiamo che Eileen sta in barca a girare in torno e io li vado a prendere in gommone al molo. Farò due giri perché in 6 sul nostro tender si fa fatica a stare.
Anche  Spetzes che è molto più popolata e turistica di Ydra l'acqua arriva tramite una nave cisterna (quella di Ydra che si riempie nel Peloponneso vicino alla nostra baia si chiama Demetra, quella di Spetzes Yoannis). Evidentemente costa meno così che fare delle condotte dalla costa che è vicina. Ma mi resta un dubbio.

Arrivano Beda Fabrizia e i ragazzi. Ci stiamo tutti sul gommone perché Eileen (nipote) resta a terra. Dice che deve studiare. Studiare di sabato 9 agosto? Evito di esprimere opinioni: se avesse un fidanzato a Spetzes capirei...
Andiamo su Donna Rosa. 
Beda prende il timone e Fabrizia si mette al sole. Cerchiamo una baia che troviamo a Nord. Ancoriamo in 7 metri d'acqua e ci passiamo le ore più calde. Compreso il pranzo a base di pasta al tonno cucinata da Eileen (zia). Si chiacchiera, si nuota, si dorme.
Fabrizia lava i piatti.

Nel pomeriggio tardo andiamo al porto vecchio a vedere se troviamo un posto per la notte. 
Il porticciolo è molto frequentato e molte barche a vela cercano un posto.
Mentre cerchiamo avvertiamo una barca turca che in retromarcia ha calato l'ancora sul tender invece che in acqua... "Tender, tender!!!"
Avere tutte le manovre in pozzetto è comodo ma si possono commettere errori.
Tutti ancorano con un cavo a terra, ma abbiamo una esperienza non bella l'anno scorso: vento che gira, barca che si accosta a un'altra... 
Individuiamo un buco in una piccola banchina tra due motoscafi.
C'è un greco ancorato con la catena un po' di traverso. Gli chiediamo quanti metri di catena ha dato, ci risponde 15... Ce la possiamo fare a mettere la nostra ancora subito dopo la sua catena.
Gli spieghiamo cosa vogliamo fare e lui ci risponde che il vento girerà la nostra barca.
"Quale vento, dico io, un vento notturno?"
I ragazzi traducono e lui spiega "no il vento che c'è ci impedirà di entrare nel posto che abbiamo individuato. E ci fa gli auguri: "Auguri!"
"Auguri? Ma è scemo?"
A parte che non si fanno gli auguri, ma per chi ci ha preso? Per dilettanti?
Invertiamo la marcia e entriamo di poppa nel buco fra i motoscafi con una manovra da manuale.
Appena superata la catena del greco, Eileen a prua cala l'ancora e lascia filare 35 metri di catena e una decina di gomena... Perfetto. Entriamo ben allineati e Beda può dare le cime di ormeggio di poppa a due persone che sul molo gentilmente ci aiutano.
Segnalo che Eileen a prua ha calato l'ancora nel momento in cui io ho urlato "cala!", senza fare domande del tipo "Cosa?, quanta? Anche la corda?" Come a volte capita. Stiamo diventando una coppia di marinai molto affiatata.
Scendiamo a terra. Chiediamo se dobbiamo avvertire qualcuno. Ci rispondono, in italiano, che siamo in Grecia: si arriva, si ormeggia come si riesce e non si deve chiedere niente a nessuno.
I ragazzi si avviano per andarsi a fare una doccia meritata in albergo.
Eileen e Aidan si lavano a bordo e chiamano un taxi perché la passeggiata verso il porto nuovo è lunga. Scopriamo che quel posto si chiama "Molo Nerìa, il figlio di Poseidone" ci dice il signore della barca di fianco. Mai sentito questo Neria ma fingiamo di sapere.

Io mi rilasso un po', chiudo la barca e mi avvio a piedi per una lunga ma bella passeggiata.
In fondo al molo c'è la statua di Neria.


Dopo un paio di salite vedo anche una rappresentazione, più moderna, di un gufo (direi non una civetta) a grandezza d'uomo.


È pieno di cantieri che costruiscono barche in legno.
Ho letto che la famosa "Argo" con cui Tim Severin ha ripercorso il viaggio degli Argonauti è stata costruita qui a Spetzes.
Il porticciolo è molto affollato ma mantiene un'aria piacevole di porto non turistico.


Anche la città di Spetzes è molto piacevole, specie nelle stradine interne piene di ombra e vegetazione.


Dopo un aperitivo al bar in piazzetta, andiamo a cena in un ristorantino intitolato a "Biboulina" l'eroina spetzese della guerra per l'indipendenza greca dai turchi.
C'è ancora luce: dal lungomare panorami mozzafiato.


Quella all'orizzonte è l'isola di Idra.


Questa è la luna record e quasi piena...

Dopo cena si torna in barca in taxi.
La giornata e la serata sono state piacevoli ma la nottata sarà terribile.
Sul molo vengono a prendere il fresco, parlare e cantare in molti...
È sabato sera.
Ogni pochi minuti passa un mototaxi che solleva onda, la barca sbatte (con i parabordi) sulla barca vicina, il gommone sbatte sulla nostra. Un inferno che finisce alle 6 del mattino.
Dormiamo poco e alle 7 partiamo per Poros ( il nostro paradiso accogliente).
Lunedì chi vuole ci raggiungerà lì con l'aliscafo per un'altra giornata di mare pieno.

venerdì 8 agosto 2014

Articolo su Garantista

Chiedo scusa ai lettori di porosestate2014 se mescolo lavoro e vacanze sacro ma l'unico modo che (forse) conosco per mettere in twetter questo articolo è pubblicarlo nel blog.
Abbiate pazienza...

Ridendo e scherzando...

Venerdì 8 agosto.

Siamo partiti dalla nostra baia paradisiaca alle 7, direzione isola di Spetzes.
Per incontrare i bruxelesi: Beda Fabrizia e i ragazzi (Eileen, Freddi e Aidan) che arrivano oggi a Spetzes.
Il mare era calmo e quel poco vento veniva da poppa, aumentando man mano il caldo.
Lasciata la baia delle oche e le piccole Poros, alle 8 abbiamo virato a sud ovest la leggera brezza è arrivata piacevolmente al traverso. Su un mare appena increspato e spesso nemmeno.


Abbiamo proseguito a motore per una decina di miglia verso lo stretto tra le isole e il Peloponneso, per entrare nel golfo di Argo.
(La nave Argo parte da Volos - patria di De Chirico - qui è Argo città, dalle parti di Micene per intenderci)
Unico episodio da segnalare un aliscafo che per divertirsi/ci ci ha tagliato la rotta un po' troppo vicino.


Poi ancora mare come olio.


E qualche nuvoletta.


Dallo stretto abbiamo lanciato il messaggio "qui Donna Rosa, tutto bene" che ogni tanto mandiamo agli amici con il nostro Spot: uno strumento che misura la tua posizione costantemente e manda una mappa a un elenco di indirizzi mail.


Superato lo stretto il vento è cresciuto e ha alzato qualche onda tra Spetzes e la costa.
Nell'isola c'è un vecchio marina sempre strapieno e un porto nuovo poco ridossato per grandi yacht. 
Così siamo andati ad ancorarci nella grandissima baia naturale di Porto Cheli, di fronte a Spetzes sulla costa dell'Argolide.
Sembra Hong Cong ma, dice il portolano, ha un fondo di fango buon tenitore.


30 miglia in 5 ore e mezza, ridendo e scherzando.

Scendiamo in gommone a pranzo e a cena.
Bei locali sul porto: cibo decente anche se costa il doppio che a Poros...
A bordo leggiamo (entrambi) il commissario Ricciardi.
Sentiti i ragazzi al telefono, ci siamo dati appuntamento a domattina.

giovedì 7 agosto 2014

Sharon a bordo


Giovedì 7 agosto

Questa mattina ci sono nuvole sparse.
Il Meteo francese ci dà un'immagine precisa e preoccupante.
Circondati di nuvole...


Decidiamo di andare a Poros da Mr Vikos a fare il pieno d'acqua e caricare un po' le batterie.
In attesa della pioggia che, dice Vikos, arriverà nel pomeriggio.
Ci facciamo una bella insalata greca ad Café Fresco e poi ce ne torniamo in baia.
Lungo il tragitto è nuvoloso ma non piove e non c'è un alito di vento. Sono ferme (per la prima volta, tutte le pale delle colline sopra Galatàs.

Ancoriamo in baia, ci mettiamo a leggere e poltrire.
Io sono a metà del quinto (ed ultimo?) commissario Ricciardi.
Eileen finisce dal mio Kindle l'autunno del commissario.

Alle 18 torna finalmente il sole.
Con il sole, improvvisamente, sale a bordo per un servizio fotografico una modella che assomiglia a Sharon Stone...


Il fotografo, paziente, esegue il servizio, agli ordini di Sharon...



Alla fine ci lasciano qualche foto autografata e se ne vanno...

Non ci resta che riprenderci dallo choc e... Scendere a cena.

La pioggia nella baia

6 agosto.

Abbiamo visto dalle previsioni che eravamo giusto in mezzo a due depressioni.


Ma pensavamo di godere delle particolarità climatiche della Grecia estiva.
Invece c'è un fronte freddo che si avvicina dall'Italia.
E un po' di nuvole nel pomeriggio si avvicinano.
Che piova anche in Grecia?


Alle 18 nella nostra baia si scatena un temporale: poco vento ma molta pioggia.
Dobbiamo chiudere tutti gli osteriggi. 
Ci mettiamo a leggere chiusi in cabina.


La temperatura si abbassa di dieci gradi.
Per due ore ce ne stiamo chiusi dentro.
Poi il cielo si riapre. 
C'è un buon profumo di pini.
Piove nel pineto: sulle tamerici salmastre e arse...
Scendiamo a terra col gommone, dopo averlo svuotato dell'acqua piovana.
Ci siamo ben coperti e dalla nostra terrazza solita possiamo vedere un tramonto sereno.


Dormiremo con gli osteriggi chiusi e il sacco a pelo: incredibile!
Non possiamo più prendere in giro i nostri amici che in Italia vivono un lungo autunno precoce.

mercoledì 6 agosto 2014

Vecchie ancore e vecchi marinai

Martedì 5 agosto

Oggi dovrebbe essere una giornata tranquilla. Bagni e poco più prima che Gabriella debba prendere l'aliscafo alle 18 e tornare a Milano (addirittura, domani, in ufficio...).
E così comincia...

Anche se debbo notare qualche segno di instabilità a bordo che non la dice bene.
Intanto non faccio che sbattere la testa da una parte e dall'altra.
Con l'età in genere non si cresce di statura, anzi. E il vecchio "Corto Ferrarese", per quanto al timone faccia ancora la sua sporca figura, tende a piegarsi un po' in avanti, vedere per credere...


Eppure non faccio altro che sbattere la testa sulle porte del bagno e delle cabine. Che si sia rimpicciolita Donna Rosa?

Mentre le ragazze scendono a terra a fare colazione e spesa, io approfitto per pompare fuori l'acqua che si è raccolta in sentina. Mr Vikos ha sostituito una valvola dei serbatori di acqua dolce ma evidentemente c'è qualche perdita. La pompa funziona, la prolunga tiene e in pochi minuti la sentina è asciutta. 

Faccio qualche altro piccolo lavoretto a bordo: controllo olio motore, controllo e rabbocco liquido di raffreddamento, ecc. quando rientrano le ragazze con la spesa è quasi tutto sistemato. Rimontiamo il tendalino perché a bordo sfioriamo i 38 gradi.
Do un'occhiata alla situazione meteo generale sul Mediterraneo e scopro che in Italia è ancora molto instabile, con fronti freddi che la attraversano. Qui, no (almeno per ora).


Come si può vedere a Poros siamo in mezzo a due aree depressionarie. Ci può esser qualche sventolata ma non il meltemi stabile che, come è noto, dipende dall'alta pressione centrata sul mediterraneo occidentale e da una depressione stagionale tipica centrata sull'Afganistan.

Facciamo tutti un lungo bagno (anche io, cosa insolita) e poi mangiamo un'insalata di pomodori e tonno (cosa solita).

Subito dopo pranzo ho l'impressione che, spinta dalla brezza, Donna Rosa si sia spostata troppo vicino a un bell AR greco fermo alla boa (quindi senza calumo e cerchio di rotazione sotto vento).
Decido di spostare l'ancora, ormai per la terza o quarta volta. La baia è bella e larga ma il vento gira e le barche all'ancora sono numerose.
Mi metto tranquillo a sollevare la fatena con l'argano elettrico (una quarantina di metri) ma, sorpresa delle sorprese, l'ancora non sale. A dodici metri la catena sta a picco e non 'è verso di salpare l'ancora. Questa è la cosa più antipatica che possa succedere: non si corrono rischi perché la barca non si muove, ma se non si salpa l'ancora bisogna ricorrere all'intervento (costoso) di un sub.
Fccio qualche altro tentativo ma la catena si tende, l'argano fa un brutto rumore e l'ancora resta a dodici metri sotto. 
C'è una brezza fastidiosa per queste operazioni. Meglio aspettare la calma della sera ("quando ti corteggian liete le nubi estive e i zeffiri sereni...". Anche perché dobbiamo preparare lo sbarco di Gabriella.
Ci prepariamo a scendere: valige, sacche, busta della monnezza, ecc
Aspettiamo seduti all'ombra il taxi del marito di Nicoletta (una delle cameriere del bar taverna dove veniamo 3 volte al giorno: pasto completo, birra e vino a non più di 12 euro a testa, spesso 10).
Tenendo d'occhio la barchetta prigioniera della sua ancora.


Poi i saluti. Partono col taxi Gabriella che ha l'aliscafo alle 18 e Eileen che deve portare la roba sporca in lavanderia.
Con Gabriella ci diamo appuntamento a fine settembre, per il compleanno di Gaud.
Io risalgo a bordo.

Finisco di leggere le Rane di Aristofane, sempre più brillante e moderna. La scena del concorso nell'Ade su chi sia il più grande poeta e degli sfottò che si scambiano Euripide e Eschilo sul loro modo di scrivere le tragedie è esilarante. Alla fine Dioniso ottiene il permesso da Plutone di riportare sulla terra  Eschilo perché almeno quando parla è più immediato da capire. Non prima di un piccolo rinfresco, dice Plutone... L'obiettivo di Dioniso è riportare Eschilo ad Atene a spiegare ai cittadini (che non valgono molto) che i loro governanti non valgono niente. Auguri, verrebbe da dire...

Peccato non averlo visto a Epidauro nel teatro gremitissimo, anche se non avremmo capito niente, sarebbe stato divertente ridere con gli altri 14.000 spettatori.
Lettore europeo, che pensi che la Grecia sia un paese in declino, rifletti!
In una cittadina molto più piccola di Copparo, una sera d'agosto si radunano in 14.000 in uno storico teatro antico di pietra per vedere una commedia di Aristofane. Tanto che alla fine, ce lo ha raccontato Aliki) le strade restano intasate fino alle 3 di notte per far defluire il pubblico...
Dice, "succede anche a Taormina e a Siracusa...". Appunto!

Alle 19.39 torna a bordo Eileen.
Il vento è calato, mare è calmo. È il momento per tentare di disincagliare l'ancora.
Ho pensato a due manovre diverse, per entrambe è meglio essere in due a bordo.
La prima consiste nel dare tutta la catena, spostarsi a motore dalla parte opposta, quella di quando abbiamo calato l'ancora prima che il vento girasse. Da qui tenere una marcia indietro al minimo con la barra al centro (Eileen) e azionare l'argano. Lo facciamo un paio di volte ma il risultato è nullo. A 12 metri la catena è verticale e bloccata.
Dalle altre barche ci osservano. Senza proporsi di aiutarci: non proprio marinamente corretto...
Non resta che il piano B e poi il sub a pagamento.

Il piano B consiste nel legare un anello metallico pesante (nel mio caso un grosso moschettone) a una lunga e robusta cima, far passare la catena nell'anello e lasciare cale l'anello fino in fondo, nella speranza che anche il fusto dell'ancora venga preso. Così faccio dal gommone. Poi Eileen da tutta la catena e si allontana con la barca. Io dal gommone comincio a tirare dalla parte opposta a quella della barca e (spero) di come si è piantata l'ancora.
Do tutta la lunga cima (20 metri) e comincio a tirare a motore come se il gommone fosse un piccolo rimorchiatore.
Il vecchio Tomos sbuffa ma tiene duro, la cima legata a prua...
Fino a che il gommone sembra fermarsi e alzare la prua. Io accellero ancora e piano piano vedo che riesco a procedere e addirittura a trainare seppur lentamente Donna Rosa.
Dopo qualche minuto e una decina di metri sembra davvero che la situazione si sia sbloccata. Comincio a tirare la cima come un matto fino a che appare l'ancora, ancora avvolta in un cespuglio di rami: non di piante marine, proprio rami di un albero, mannaggia...!
È fatta, salgo a bordo e recuperiamo per intero catena e ancora.
Ci spostiamo in un altro posto sperando di essere più fortunati.
Sono molto orgoglioso di aver liberato Donna Rosa: fiero del gommone, del Tomos e di me.
A cena ci vorranno 2 Fix gelate per tornare alla normalità.