Sabato 9 agosto
Siamo partiti da Porto Cheli alle 9 diretti a Spetzes per prendere a bordo i ragazzi e andare in qualche baia a fare il bagno.
Vento dal golfo di Argo (non il cane, non la nave degli argonauti, la città micenea). Abbiamo costeggiato l'isola di Spetzes che èmolto più costruita delle altre.
Arriviamo davanti all'albergo dove c'è il porto nuovo alle 10.
I ragazzi non ci sono.
È un porto esposto al vento per navi grandi dove non è piacevole ormeggiare.
Stanno arrivando...
Decidiamo che Eileen sta in barca a girare in torno e io li vado a prendere in gommone al molo. Farò due giri perché in 6 sul nostro tender si fa fatica a stare.
Anche Spetzes che è molto più popolata e turistica di Ydra l'acqua arriva tramite una nave cisterna (quella di Ydra che si riempie nel Peloponneso vicino alla nostra baia si chiama Demetra, quella di Spetzes Yoannis). Evidentemente costa meno così che fare delle condotte dalla costa che è vicina. Ma mi resta un dubbio.
Arrivano Beda Fabrizia e i ragazzi. Ci stiamo tutti sul gommone perché Eileen (nipote) resta a terra. Dice che deve studiare. Studiare di sabato 9 agosto? Evito di esprimere opinioni: se avesse un fidanzato a Spetzes capirei...
Andiamo su Donna Rosa.
Beda prende il timone e Fabrizia si mette al sole. Cerchiamo una baia che troviamo a Nord. Ancoriamo in 7 metri d'acqua e ci passiamo le ore più calde. Compreso il pranzo a base di pasta al tonno cucinata da Eileen (zia). Si chiacchiera, si nuota, si dorme.
Fabrizia lava i piatti.
Nel pomeriggio tardo andiamo al porto vecchio a vedere se troviamo un posto per la notte.
Il porticciolo è molto frequentato e molte barche a vela cercano un posto.
Mentre cerchiamo avvertiamo una barca turca che in retromarcia ha calato l'ancora sul tender invece che in acqua... "Tender, tender!!!"
Avere tutte le manovre in pozzetto è comodo ma si possono commettere errori.
Tutti ancorano con un cavo a terra, ma abbiamo una esperienza non bella l'anno scorso: vento che gira, barca che si accosta a un'altra...
Individuiamo un buco in una piccola banchina tra due motoscafi.
C'è un greco ancorato con la catena un po' di traverso. Gli chiediamo quanti metri di catena ha dato, ci risponde 15... Ce la possiamo fare a mettere la nostra ancora subito dopo la sua catena.
Gli spieghiamo cosa vogliamo fare e lui ci risponde che il vento girerà la nostra barca.
"Quale vento, dico io, un vento notturno?"
I ragazzi traducono e lui spiega "no il vento che c'è ci impedirà di entrare nel posto che abbiamo individuato. E ci fa gli auguri: "Auguri!"
"Auguri? Ma è scemo?"
A parte che non si fanno gli auguri, ma per chi ci ha preso? Per dilettanti?
Invertiamo la marcia e entriamo di poppa nel buco fra i motoscafi con una manovra da manuale.
Appena superata la catena del greco, Eileen a prua cala l'ancora e lascia filare 35 metri di catena e una decina di gomena... Perfetto. Entriamo ben allineati e Beda può dare le cime di ormeggio di poppa a due persone che sul molo gentilmente ci aiutano.
Segnalo che Eileen a prua ha calato l'ancora nel momento in cui io ho urlato "cala!", senza fare domande del tipo "Cosa?, quanta? Anche la corda?" Come a volte capita. Stiamo diventando una coppia di marinai molto affiatata.
Scendiamo a terra. Chiediamo se dobbiamo avvertire qualcuno. Ci rispondono, in italiano, che siamo in Grecia: si arriva, si ormeggia come si riesce e non si deve chiedere niente a nessuno.
I ragazzi si avviano per andarsi a fare una doccia meritata in albergo.
Eileen e Aidan si lavano a bordo e chiamano un taxi perché la passeggiata verso il porto nuovo è lunga. Scopriamo che quel posto si chiama "Molo Nerìa, il figlio di Poseidone" ci dice il signore della barca di fianco. Mai sentito questo Neria ma fingiamo di sapere.
Io mi rilasso un po', chiudo la barca e mi avvio a piedi per una lunga ma bella passeggiata.
In fondo al molo c'è la statua di Neria.
Dopo un paio di salite vedo anche una rappresentazione, più moderna, di un gufo (direi non una civetta) a grandezza d'uomo.
È pieno di cantieri che costruiscono barche in legno.
Ho letto che la famosa "Argo" con cui Tim Severin ha ripercorso il viaggio degli Argonauti è stata costruita qui a Spetzes.
Il porticciolo è molto affollato ma mantiene un'aria piacevole di porto non turistico.
Anche la città di Spetzes è molto piacevole, specie nelle stradine interne piene di ombra e vegetazione.
Dopo un aperitivo al bar in piazzetta, andiamo a cena in un ristorantino intitolato a "Biboulina" l'eroina spetzese della guerra per l'indipendenza greca dai turchi.
C'è ancora luce: dal lungomare panorami mozzafiato.
Quella all'orizzonte è l'isola di Idra.
Questa è la luna record e quasi piena...
Dopo cena si torna in barca in taxi.
La giornata e la serata sono state piacevoli ma la nottata sarà terribile.
Sul molo vengono a prendere il fresco, parlare e cantare in molti...
È sabato sera.
Ogni pochi minuti passa un mototaxi che solleva onda, la barca sbatte (con i parabordi) sulla barca vicina, il gommone sbatte sulla nostra. Un inferno che finisce alle 6 del mattino.
Dormiamo poco e alle 7 partiamo per Poros ( il nostro paradiso accogliente).
Lunedì chi vuole ci raggiungerà lì con l'aliscafo per un'altra giornata di mare pieno.